Quando il “condomino moroso” diventa il protagonista
Il condominio è un ecosistema delicato dove tutti dovrebbero contribuire alle spese comuni: manutenzione, pulizie, amministrazione e quant’altro. Ma cosa succede se uno dei condomini decide di tirare i remi in barca e non paga le spese condominiali? È come se uno in barca si mettesse a fischiettare mentre gli altri remano sodo. Ecco, non funziona proprio così.
Le prime mosse: dialogo e sollecito
La prima regola, anche nel mondo condominiale, è “parlare evita guai”. L’amministratore o il presidente dell’assemblea devono inviare un sollecito formale al condomino moroso, spiegando in modo chiaro e cortese la situazione e invitandolo a regolarizzare i pagamenti. Spesso, un semplice promemoria risolve la questione: magari c’è stata una dimenticanza o un problema temporaneo.
Il sollecito dev’essere tracciabile, meglio se scritto (lettera raccomandata o PEC) per dimostrare che il condominio ha agito secondo legge.
Se il dialogo non funziona: la lettera di diffida
Se il moroso continua a ignorare gli avvisi, si passa allo step successivo: la diffida al pagamento. È un atto formale e più forte del semplice sollecito, che dice senza mezzi termini “paghi o si procede per vie legali”. Quest’azione è fondamentale per dimostrare che il condominio ha fatto tutto il possibile per ottenere il pagamento bonario.
L’assemblea e la deliberazione per agire legalmente
Nel frattempo, l’amministratore deve convocare l’assemblea per discutere e autorizzare eventuali azioni legali. La delibera dell’assemblea rappresenta la base legale e la legittimazione a procedere con il recupero coattivo. È un momento importante: si decide se incaricare un avvocato o un recupero crediti e si valuta il costo-beneficio di tale azione.
Azioni legali: dal decreto ingiuntivo al pignoramento
Se il condomino moroso non si convince nemmeno davanti alla diffida, il passo successivo è il decreto ingiuntivo, che è una richiesta al giudice di ordinare il pagamento. È una procedura relativamente rapida e meno costosa rispetto al giudizio ordinario.
Nel caso in cui il condomino continui a non pagare anche dopo il decreto ingiuntivo, si può procedere al pignoramento dei beni (ad esempio un’ipoteca sull’immobile o il pignoramento dello stipendio).
È importante precisare che l’amministratore deve agire sempre nel rispetto delle norme, evitando azioni arbitrarie, e che gli altri condomini non sono direttamente responsabili per la morosità altrui, anche se possono subire indirettamente le conseguenze.
Il ruolo fondamentale dell’amministratore
L’amministratore è la figura chiave in tutta questa vicenda. Deve monitorare i pagamenti, sollecitare, convocare l’assemblea e rappresentare legalmente il condominio nel recupero crediti. La sua professionalità e tempestività possono fare la differenza per evitare che la morosità si trasformi in un problema più grande per tutti.
Prevenire è meglio che curare
Ovviamente, il miglior modo per evitare di ritrovarsi con un condomino moroso è partire con regole chiare e garantite, come richiedere cauzioni, selezionare con attenzione i nuovi acquirenti o affittuari, e mantenere un controllo serrato sulle rate condominiali.
Conclusione
Un condomino che non paga le spese non è solo un “problema di soldi”, ma un vero e proprio rischio per la stabilità e la serenità del condominio. Affrontare la questione con metodo, trasparenza e anche un pizzico di strategia è indispensabile. E se proprio qualcuno prova a fare il furbo, il sistema legale e l’unità degli altri condomini possono fare la differenza.
geom. Pesante Guido
REA MI 2768306
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