L’assemblea condominiale: quel teatro dell’assurdo, dove la convivenza civile spesso fa un passo indietro e lo spettacolo delle liti si trasforma in una performance da manuale della commedia degli equivoci. Non di rado, tra un accesso sguardo e un “ma tu guarda chi parla!”, si scatenano battibecchi che volano ben oltre le norme di galateo condominiale fino a sfociare in tematiche da codice penale, come la diffamazione.
La scena tipica dell’assemblea
Mettiamoci pure comodi e immaginiamo la scena: si riuniscono i condòmini, ognuno con la sua idea di decoro e rispetto, ma tra la discussione sul rifacimento del tetto e l’installazione delle telecamere, esplode la rissa verbale. Il reato sussiste se le offese – quelle belle e grosse, non le stoccate leggere – sono rivolte a qualcuno assente, impossibilitato a difendersi, e danneggiano la sua reputazione come fosse una statua di marmo da scalpellare.
Ingiuria o diffamazione?
Se però il diretto interessato è presente alla bagarre, allora siamo nella zona “ingenua” dell’ingiuria, che fortunatamente oggi non è più reato penale, ma solo un banale illecito civile. Il che significa: niente manette, ma occhio al portafogli – perché la persona offesa può chiedere un bel risarcimento danni. Insomma, quasi una tassa sul “parlare male”, con meno clamore e più numeri.
Quando scatta il reato di diffamazione in assemblea?
Secondo l’articolo 595 del Codice penale, la diffamazione è quel momento speciale in cui “chiunque, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione.” Immaginate quindi la sala dell’assemblea come un’arena e ogni parola come una freccia scagliata contro l’innocente vittima, magari un condòmino accusato di “furto delle chiavi” o l’amministratore etichettato come “manipolatore contabile.”
Importante: non serve che le accuse siano false, basta che vengano pronunciate con l’intento di screditare l’altro. Perciò, se il vostro vicino ha una passione smodata per il pettegolezzo e, nel vostro caso, il “Diabolik del condominio”, attenti: state per entrare nella zona pericolosa!
Ingiuria: il brutto parente che non fa più paura
Dal 2016, l’ingiuria – cioè l’offesa diretta e frontale dentro l’assemblea – è stata depenalizzata, il che significa che il classico “sei un emerito idiota” oggi non vi porta più in tribunale penale, ma può solo riversarsi in una spiacevole multa civile da 100 a 8.000 euro. Non il massimo, ma nemmeno una passeggiata nel parco.
Chat condominiale: la nuova arena degli scontri
Non dimentichiamo l’era digitale. Se prima l’assemblea era il campo di battaglia fisico, oggi può capitare che il reato di diffamazione attraversi lo schermo del vostro smartphone. Chi ha detto che scrivere un “commento” piccato sulla chat di WhatsApp condominiale non si può trasformare in un problema legale? Se la persona offesa legge le offese a distanza di tempo – e non “dal vivo” – si configura la diffamazione. Fate attenzione a non diventare il “sociopatico” del gruppo.
Quando l’amministratore diventa vittima… o carnefice
Se pensate che solo i poveri condòmini siano vittime, sbagliate. Anche l’amministratore non è immune: può denunciare per diffamazione chi lo insulta o lo accusa ingiustamente. Quindi non dargli del “manipolatore contabile”: parola di Cassazione! E attenzione, anche l’amministratore, a sua volta, può sbagliare e scivolare nella diffamazione o nella violazione della privacy, per esempio se svela i nomi dei morosi sulla bacheca condominiale. Lo show deve essere equilibrato, dopotutto.
La querela: il grilletto della giustizia condominiale
Chi si sente offeso ha tre mesi di tempo per fare la celebre querela, che deve partire per forza dalla vittima in persona (nessuna delega a un amico rompiscatole, per capirci). Un buon punto di partenza è sempre il verbale dell’assemblea, che in alcuni casi può contenere l’infamante episodio, oppure la registrazione audio, se qualcuno ha pensato bene di portare la cinepresa.
L’arte sottile dell’impugnazione del verbale
E se il verbale stesso vi sembra un capolavoro di falsità o protagonismo, la legge dà ai condòmini strumenti per farlo annullare entro 30 giorni. Un’occasione da non perdere per chi ama giocare duro, magari a suon di avvocati.

In definitiva, l’assemblea di condominio è un microcosmo dove il teatro dell’assurdo si intreccia con drammi reali: la diffamazione e l’ingiuria sono lì, pronte a scattare come trappole verbali, trasformando un semplice confronto in un campo minato legale. Quindi, prima di sfoderare il “sei un incapace” o il “rubacuori del pianerottolo”, meglio fare due conti e pensare se vi conviene davvero finire in tribunale o pagare una multa salata.
Meglio restare con i piedi per terra e la lingua a freno, altrimenti il prossimo spettacolo di mercoledì sera potrebbe finire con un colpo di scena… degno di un processo penale condominiale!
geom. Pesante Guido
REA 2768306