Con affitti alle stelle, è davvero troppo chiedere una casa che non metta a rischio la salute?
Affitti che sembrano mutui, bollette che sembrano bollettini di guerra: oggi vivere in affitto è un investimento non da poco. Con i prezzi degli immobili schizzati alle stelle, il minimo che un conduttore può pretendere è una casa che non lo accolga con muffa da esposizione, umidità da foresta tropicale o impianti che fanno scintille. Eppure, capita che l’immobile locato sia più un rischio per la salute che un rifugio. Quando succede, la legge italiana offre al conduttore strumenti per tutelarsi, con un risarcimento che può lenire il danno (e il portafoglio). Ecco come.
Obblighi del locatore: non solo incassare l’affitto
Troppi proprietari credono che affittare significhi solo contare i bonifici in arrivo. Il Codice Civile (Art. 1575) la pensa diversamente: il locatore deve consegnare un immobile in buono stato, mantenerlo adatto all’uso concordato e garantire che il conduttore possa viverci senza temere per la propria incolumità. L’Art. 1580 è ancora più severo: se l’immobile presenta vizi che minacciano la salute del conduttore, dei suoi familiari o collaboratori, il contratto può essere risolto. E no, non importa se il conduttore conosceva i difetti al momento della firma: la salute è un diritto intoccabile, e nessuna clausola può esonerare il locatore. Con affitti che prosciugano il conto, pretendere una casa sicura è il minimo.
Il ruolo dell’agente immobiliare: non solo apriporta
Un agente immobiliare abilitato non è un semplice “apriporta” che mostra case e incassa commissioni. A differenza di chi si limita a girare chiavi, un professionista serio si accerta che l’immobile sia salubre e conforme prima di proporlo. Questo significa verificare che non ci siano muffa, umidità o impianti a rischio, collaborando con il locatore per garantire che la casa sia un ambiente sano. Con affitti che raggiungono cifre astronomiche, l’agente immobiliare abilitato diventa una sentinella per il conduttore, prevenendo brutte sorprese e assicurando che il contratto rifletta un immobile degno del prezzo richiesto. Scegliere un agente qualificato è il primo passo per evitare di finire in un incubo abitativo.
Danno alla salute: il risarcimento è un diritto
Muffa che sembra un murales, umidità che trasforma il soggiorno in una palude o impianti elettrici che fanno concorrenza ai fuochi d’artificio: se questi vizi causano problemi di salute, il conduttore ha diritto a un risarcimento per danno non patrimoniale, incluso il danno biologico. La Cassazione lo ripete da anni: il locatore è responsabile dei danni alla salute derivanti da vizi dell’immobile, anche se preesistenti ma scoperti dopo, purché avrebbe potuto individuarli con un briciolo di attenzione. E il fatto che il conduttore sapesse di qualche imperfezione? Non lo esime: con affitti a questi prezzi, una casa sana non è un optional, è un dovere.
Le mosse del conduttore: dalla risoluzione al risarcimento
Se la casa si rivela un disastro, il conduttore ha diverse opzioni:
- Risoluzione del contratto: vizi gravi che rendono l’immobile invivibile o pericoloso giustificano la richiesta di scioglimento del contratto per inadempimento del locatore.
- Riduzione del canone: se il problema non è apocalittico ma compromette l’uso della casa, si può ottenere uno sconto sul canone. Pagare un affitto da capogiro per una casa mezza inagibile? No, grazie.
- Risarcimento danni: a prescindere dalle altre scelte, si può chiedere un risarcimento per i danni, soprattutto se legati alla salute. Serve dimostrare il nesso tra il vizio (es. muffa) e il problema (es. problemi respiratori).
- Autotutela (con prudenza): in casi estremi, se il locatore ignora le segnalazioni, il conduttore può sospendere o ridurre il canone, ma solo con vizi gravissimi, dopo aver diffidato formalmente il locatore. Con affitti che prosciugano il conto, questa mossa va ponderata bene.
Vizi noti o no: la salute non si baratta
Anche se il conduttore ha firmato il contratto conoscendo qualche difetto, il locatore non è assolto. La salute è un diritto di ordine pubblico, e nessuna clausola può aggirarlo. Pagare un affitto che sembra un’estorsione e ritrovarsi con un immobile che minaccia la salute? Inaccettabile. La giurisprudenza è chiara: il locatore risponde sempre se i vizi compromettono il benessere del conduttore.

Conclusione: paghi un capitale, pretendi una casa sana
Con i prezzi degli affitti che ormai competono con un mutuo per una villa, è scandaloso che un conduttore debba preoccuparsi di muffa, umidità o impianti pericolosi. La casa deve essere un luogo sicuro, non un biglietto per il pronto soccorso. La Costituzione (Art. 32) tutela la salute, e la legge offre al conduttore strumenti per farsi valere: segnala subito i problemi al locatore, documenta tutto (foto, email, perizie) e, se serve, rivolgiti a un legale per ottenere risoluzione, riduzione del canone o risarcimento. Cari proprietari, affittare non è solo incassare: con quello che chiedete, garantire una casa sana è il minimo sindacale.
E tu caro inquilino, quando cerchi casa, affidati un agente immobiliare abilitato, non a un apriporta qualsiasi che si improvvisa agente immobiliare. Pretendi informazioni accurate sulla casa. Il vero agente immobiliare, quello abilitato e non abusivo, è il tuo alleato per non finire in una casa che sembra un set da film horror.
geom. Pesante Guido
pesanteguido@progeocasa.it